Ciao a tutti!
Le feste sono appena passate (per fortuna o purtroppo), e sarà che sto invecchiando, o sarà perché non abbiamo potuto viverle pienamente a causa della situazione sanitaria che stiamo vivendo, per me sono state un’occasione per ripensare alle tradizioni della mia famiglia di origine, a come vivevamo le feste quando ero piccola e, inevitabilmente, a tutte le persone che allora c’erano ed oggi non ci sono più.
Le feste sono una cosa di famiglia e come tali le abbiamo sempre vissute nel calore della famiglia e visitando i nostri affetti più cari. Ma per la mia famiglia di origine la famiglia non è mai stata solo quella di sangue. Ho avuto la fortuna di apprendere dai miei genitori l’importanza dell’amicizia vera che rimane anche quando le strade della vita sono molto diverse. Insomma quando parlo di feste e famiglia intendo anche la famiglia che uno si sceglie, cioè gli amici, quelli veri, quelli che se si è fortunati nell’arco della vita, si contano sulle dita di una mano… quelli che semplicemente non sono amici ma fratelli e sorelle.
Una nostra tradizione era quella di pranzare insieme a questa famiglia per noi speciale il primo giorno dell’anno, festeggiando il compleanno della mamma della migliore amica di mia madre, che per me e mia sorella era un po’ come una nonna, e poi fare una passeggiata al mare. Per queste feste ho visitato questa “famiglia che ci siamo scelti” e tornando a casa ho ripensato a quelle belle tavolate che facevamo per il 1 gennaio e al fatto che purtroppo quel compleanno non lo festeggiamo più da un po’.
Non volevo rattristarvi, ma solo fare una sorta di cappello introduttivo alla ricetta di oggi. Si perché oggi vorrei condividere con voi la ricetta di quella nonna, che sulla carta per me nonna non era, ma nel cuore si e che mi coccolava sempre facendomi questo dolce particolare che sapeva essere il mio preferito.
Come ogni brava cuoca nonna I sapeva a menadito quello che faceva e avrebbe potuto farlo ad occhi chiusi, quindi la ricetta che ha tramandato a sua figlia e sua nipote, e che loro hanno tramandato a me si compone dei soli ingredienti e non descrive i passaggi. Ho provato a farla diverse volte e nonostante il risultato sia sempre venuto ottimo, non sono mai riuscita a farlo esattamente come il suo… ma va bene così, non mi aspettavo nulla di diverso, troppa strada devo ancora fare per avere un decimo della sua maestria in cucina!
Non so come si chiama, lei lo chiamava Crostata di noci ma non assomiglia molto ad una crostata… per me è sempre e solo stato il dolce di nonna I. Per smorzare un po’ la nostalgia, ho deciso di farmi aiutare da G… Le sue risate per la farina che volava ovunque e la sua eccitazione nel cucinare con mamma hanno reso la preparazione decisamente esilarante!
Questi gli ingredienti per questo dolce eccezionale:
– 350 gr di farina 00;
– 300 gr di zucchero;
– 3 uova;
– 100 gr di burro;
– 200 gr di noci tritate grossolanamente;
– una bustina di lievito per dolci;
– un vasetto di confettura di prugne;
– mezzo bicchiere di vermouth bianco.
La preparazione è davvero semplice. Per prima cosa, come solito accendo il forno a 170° per farlo preriscaldare. Fondo il burro a bagnomaria (o al microonde se sono di fretta). Con il mixer trituro grossolanamente le noci. In una terrina rompo le 3 uova ed inizio a sbatterle. Aggiungo il burro e lo zucchero e mescolo bene. Aggiungo sempre mescolando con l’impastatrice elettrica la farina a filo ed il lievito ed in fine le noci tritate ed infine il mezzo bicchiere di vermouth.
Continuo ad impastare fino ad ottenere un composto omogeneo e lo verso nella teglia preventivamente imburrata. Verso sulla superficie l’intero vasetto di marmellata ed inforno a 170° per circa 50 minuti in forno ventilato. Trascorso il tempo verifico la cottura con il metodo dello stuzzicadenti. Lascio raffreddare e servo tiepido.
Devo dire che il risultato è davvero più che soddisfacente, il gusto c’è tutto anche se nella versione originale di nonna I, la confettura penetrava molto di più all’interno dell’impasto e creava delle venature gustosissime. Non so quale era il suo trucco per fare ciò, ma ci proverò fintanto che non riuscirò anche io!
Ecco qua quindi la mia ricetta del cuore, quella che assaporandola e chiudendo gli occhi mi fa ancora sentire le risate e la confusione di quelle belle tavolate con cui davamo il benvenuto al nuovo anno.
Quale è la vostra ricetta del cuore? Quella che riproducendola vi fa pensare ai momenti felici della vostra infanzia?
Fatemi sapere che sono davvero curiosa!
L’appuntamento è, come al solito la prossima settimana con tante chiacchiere che spero vi tengano compagnia!
Stay Tuned!
Tricks in questo post:
1. Il mio dolce preferito dell'infanzia.